Rita Lombardi – Arte Progettuale

Potremmo riassumere col titolo una tenace convinzione che da anni trova spazi e forme geometriche nelle opere di Rita Lombardi, ma questo non deve deviare l’osservatore. Perché Rita, laureata in matematica, convinta sostenitrice della logica supremazia del sapere e della scienza, esprime nelle sue opere una vitale carica umana, oltre che una precisione ed una puntualità esecutiva notevoli.
Amante dell’arte, e in particolare di quella storica, Rita Lombardi […]

(Giorgio Barassi – Curatore d’Arte)



Le formule per l’anima di Rita Lombardi

«La produzione artistica di Rita Lombardi si sostanzia di una cultura vastissima, che si muove tra due anime, tra due dimensioni: una logico-matematica e l’altra filosofico-spirituale, che confluiscono nel linguaggio artistico.

Sul versante logico-matematico l’artista è laureata in matematica, ha insegnato matematica e informatica (linguaggi di programmazione, logica matematica, algoritmi e strutture dati) all’Università ”La Sapienza”, in qualità di ricercatore  della Facoltà di Scienze MFN. Nell’ambito dei linguaggi di programmazione ha studiato e  insegnato le proprietà sintattiche dei linguaggi (studi fatti da Noam Chomsky sui linguaggi naturali) e la logica Fuzzy. Si interessa inoltre di fisica quantistica.

L’anima filosofico–spirituale si esprime nella meditazione, che pratica da trent’anni. Conosce inoltre la filosofia indiana e  condivide i principi della teosofia.

Per quanto concerne invece le competenze specificamente storico-artistiche, l’artista ha riprodotto dal vero, a chiaroscuro, sia a china che a matita, paesaggi, monumenti, chiese, statue, dipinti; si è inoltre esercitata copiando, con la tecnica ad olio, Renoir, Modigliani, Morandi, Picasso e Giorgia O’Keefe.

Ha seguito dapprima le lezioni del pittore Mario Santini e dell’acquarellista Mari Orelli, poi del  pittore Luciano Santoro, che l’ha educata alla produzione figurativa, ed infine il  pittore  Gualtiero Savelli, che l’ha avviata alla scoperta del linguaggio astratto-geometrico, che è il più confacente alla sua espressione culturale ed emotiva.

L’arte di Rita ci offre strutture cromatico-compositive, che fanno appello ad un sentire comune individuale, eppure universale, che risale ad un inconscio collettivo e primordiale, da ricordare e riconoscere.

Elementi apparentemente semplici ed essenziali, colgono con pochi segni l’essenza, appunto, di forme arcaiche-base: linee orizzontali, verticali, oblique, accolgono colori primari e secondari, accostati secondo criteri di complementarità e contrasto.

Tutto ciò si combina secondo una formula di “giusta proporzione”, che è espressione di armonia. Tale armonia è innata dentro ognuno di noi, è dimensione inconscia e arcaica: primordiale. Intuitivamente, inconsciamente, percepiamo la consonanza, l’empatia, l’assonanza, la complementarità, tra quelle “formule armoniche” e l’armonia “fisiologica”, che abita la nostra interiorità.

Tali formule sono il risultato di un lavoro lungo, laborioso, razionale, logico, con cui l’artista ha saputo, come in un puzzle, mettere “ogni cosa al posto giusto”, dopo tante prove, tante sperimentazioni, come per una composizione musicale o una coreografia. La matematica, la riflessione sulla geometria e i colori, i chakra, competenze tutte proprie dell’artista, sottendono le proporzioni auree delle sue “figure”, quasi loghi, anzi formule.

L’artista è maga illusionista, consapevole dei processi psico-percettivi, che le sue meravigliose “macchine per vedere” metteranno in moto: non un semplice coinvolgimento percettivo, buono per uno spot pubblicitario, ma opere d’arte, grazie al pathos, alla carica emotiva, che l’artista riesce a “scaricare” sulle sue “tabulae” per la mente e per il cuore.

E’ il femminino che sa attingere direttamente al primordiale, all’originario, all’incipit, a quel quid che viene prima della logica, prima della parola, prima della forma; ed è proprio quel quid, indicibile e invisibile, ciò che sottende a quelle forme-formule, apparentemente “chiare e semplici”, eppure complesse, eppure piene di potenzialità infinite ad ogni “incontro” con esse.

Formule perfette, assolute, eterne, quasi attinte direttamente al “mondo delle idee”, e quindi ideali.

Eppure quelle formule assolute, universali, eterne, hanno tutto il carattere ”empatetico”, che fa appello direttamente all’istinto, al sentire, alla partecipazione emotiva, per approdare, infine, alla dimensione estetica del “sentire di sentire” che ”l’hic et nunc”, la materia inalienabile e la parzialità della percezione “momentanea” sono passaggi necessari, per assurgere a qualcosa d’altro, ad un’eccedenza, ad una dimensione che supera la realtà, per raggiungere, coll’intuito e il pathos, un Supremo indicibile e invisibile, ma sensibile.

Il riconoscimento è immediato, l’empatia tocca corde del profondo, che emergono da un passato ancestrale.

Le Forme sono il risultato di tanto calcolo, ad esse sotteso, ma che proprio la razionalità e la logica mandano in tilt, per far emergere zone inedite, intoccabili e intoccate, che arrivano direttamente al “profondo”, senza mediazioni logiche e razionali, appunto. L’approdo non è l’irrazionale ma lo spirituale, risposta salvifica al bisogno di immateriale, a cui l’anima dell’uomo odierno anela.

Se di riproduzione vogliamo parlare,  nelle tabulae di Rita Lombardi si riproduce l’interiorità e non l’esteriorità, la spiritualità e non la razionalità, la creatività e non la logica, e la felice concidentia oppositorum dell’infinito nel finito, dell’eterno nel transeunte, dell’universale nell’individuale, del macrocosmo nel microcosmo, dell’assoluto nel relativo, dell’intero nella parte, dell’eccedenza nel regolare.

Un nuovo canone policleteo, dopo aver attraversato i secoli, crea link inediti, passando attraverso il Suprematismo di Malevic (questa a mio avviso è la dimensione artistica più vicina alla Nostra, insieme a tutta la produzione dell’Avanguardia Russa, a cui lei è approdata autonomamente e intuitivamente),  per offrirci un immutabile irriducibile, che è tempo di riconoscere in ognuno di noi, e da condividere, universalmente, in quanto “comune a tutti gli uomini” e uguale per tutti: questo processo di riconoscimento, solo, potrà farci comunicare e compartecipare in “comunione” con tutti gli uomini.

 Dunque, con una percezione piacevole inneschiamo, di fatto, processi interiori complessi e ricchi di potenzialità infinite, che possono aiutarci a conoscerci, ad ascoltarci e a vivere meglio; questa, infatti, è la funzione delle opere di Rita Lombardi, come lei stessa afferma: “Vorrei che i miei quadri aiutassero l’osservatore a riesaminare il suo mondo interiore, un’azione che dovremmo fare regolarmente per il nostro bene e quello altrui”».

(Lucrezia Rubini – Storico e critico d’arte)


«La produzione artistica di Rita Lombardi esplora due dimensioni: una di matrice geometrica e l’altra d’impronta filosofica e spirituale. L’artista pone al centro della sua elaborazione estetica e di linguaggio una particolare attenzione ai processi psicopercettivi: le sue composizioni nascono dall’idea dell’importanza di un’armonica sintassi e dolce equilibrio tra forme, linee e colori. Seguace della corrente pittorica del “Linearismo Cromatico”, la Lombardi crede fermamente come Kandinsky, nelle potenza del colore dove le forme ne percepiscono la pienezza creativa e spirituale. Le sue costruzioni geometriche, le sue forme non sono da intendersi come il risultato di banali calcoli matematici o artifizi compositivi astratti, bensì la felice trasposizione di ricerca dell’animo umano al trascendente. Rita Lombardi, con acuta sensibilità e profondo intellettualismo, cerca di esprimere un profondo senso di spiritualità. Uno spazio percepito come luogo dinamico. L’Artista ha sviluppato la convinzione che la tecnica deve essere “conoscenza” e non una mera definizione per produrre una superficie con figure geometriche ma, una visione aerea di contenitori e contenuti. Attraverso un entusiasmante viaggio di forme geometriche, l’artista cerca con energia e sensibilità di ritrovare le radici dell’essere umano».

(Dott.essa Francesca Boncompagni – Storico e critico d’arte)



«La passione per la grafica e la stesura pittorica del colore di Rita Lombardi ha origine nella sua peculiare sensibilità per il segno ed i colori accesi di energia, e, indubbiamente, nella sua curiosità di sperimentazione, nella sua percezione dello spazio bidimensionale della tela, uno spazio profondo sentito come luogo dinamico, ricco di energia potenziale, da indagare, esplorare e costruire.

Nella ricchezza delle sue varie proposte pittoriche, formali e cromatiche, si coglie subito una istintiva libertà di azione intuitiva, di gesto. Valuta con l’occhio sempre nuovi equilibri, accostamenti, percorsi, in “geometrie di pensiero”, che segnalano un arricchimento che parte dal cuore, formando ritmi, equilibri nello spazio, sintonie e sinfonie cromatiche, in una costante ricerca giocosa, rivolta all’ascolto interiore…

L’Artista ha maturato la convinzione che la tecnica deve essere sofia, o gnosi (forma intuitiva di conoscenza della divinità) e non semplicemente un’operazione per produrre una superficie con figure geometriche, in apparenza coloriste e complanari, bensì una visione aerea di contenitori e contenuti. e quindi il suo lavoro consiste in una equilibrata esposizione di forme circoscritte da geometrie esprimenti le varie sensazioni, sentite molto fortemente, che l’Artista, scienziata dello spirituale, auspica divengano contagiose sulla psiche del fruitore.»

(Alfredo Pasolino – Diapason Consortium – Expo Milano 2015)